Le 5 peggiori persone con cui avere a che fare in materia di SOLDI

Il problema, con i soldi, è che nella maggior parte dei casi se ne hanno sempre troppo pochi per fare davvero ciò che si vuole e sempre troppi per evitare di fare ciò che si deve.

Nella mia breve ma intensa esistenza ho avuto a che fare con cinque tipi di persone che hanno uno strano rapporto con il denaro.

A voi:

1) IL RICCO TIRCHIO:

Frase tipo:
“Perché la piscina che ho in giardino è vuota? Ma hai idea di quanta acqua serva per riempirla?”

Il ricco tirchio è una persona che pur godendo di una situazione economica molto, molto agiata vive come un povero cristo in cassa integrazione.
E’ molto frustrante doversi relazionare con lui.
Non si concede piccole spese extra, dalla pizza fuori al maglione comprato in saldo, se non strettamente necessarie o inevitabili.
Non conosce la gioia dell’offrire un caffè, ma in compenso conosce benissimo la gioia inversa.
Si rivolge ad amici per ogni tipo di faccenda o lavoro che riguardi la sua persona, sentendosi autorizzato a non sganciargli un soldo per la prestazione ricevuta.
Di solito il ricco tirchio da bambino è stato povero, oppure ha avuto a sua volta dei genitori ricchi tirchi, opzioni che in un certo senso si equivalgono.

2) IL RICCO CHE FA FINTA DI IGNORARE LE CONDIZIONI ECONOMICHE PIù MODESTE DEI SUOI AMICI:

Frase tipo:
“Se andiamo in vacanza, per favore, dalle 4 stelle in sù”

Questa categoria è molto pericolosa.
Il ricco che fa finta di ignorare le condizioni economiche più modeste dei suoi amici è quella persona che impone a chi lo circonda di adeguarsi al suo stile di vita, non ponendosi minimamente il problema di poter mettere in imbarazzo o comunque in difficoltà le persone con cui si trova.
Ti invita ad uscire e ti conduce con l’inganno in locali di cui non conoscevi neppure l’esistenza, dove la portata meno costosa ha lo stesso prezzo del tuo abbonamento mensile per l’autobus, portata che sarai comunque costretto a ordinare (perché la più economica) nonostante si tratti di tre grissini con fette di prosciutto crudo avvolte intorno.
Oh, però il prosciutto è a km zero.
E c’è un bicchiere di prosecco in omaggio!

3) IL PIANGIAMO MISERIA A MOMENTI ALTERNI

Frase tipo:
“Non arrivo a fine mese, partiamo per un week end in Toscana? L’euro ci ha rovinati, che schifo! Ti piace il mio Rolex?”

Il piangiamo miseria a momenti alterni è la tipologia di persona di cui non si riesce a capire bene la situazione economica in cui versa in quanto piange miseria solo in determinate occasioni e senza una regola fissa, così da gettare confusione e scompiglio tra le idee del proprio interlocutore: compra un jeans a 14.99 euro in saldo  lamentandosi del prezzo troppo alto e il giorno dopo acquista un tablet in sostituzione al suo vecchio modello che non lo soddisfaceva più senza dire una parola; durante una cena, al momento del conto sgrana gli occhi quando scopre di dover sborsare la bellezza di 16.50 euro, cominciando a sciorinare affermazioni qualunquiste sui politici che fanno tutti schifo e mangiano aragoste quasi aggratis e dopo al bar, senza colpo ferire e con serafica cordialità, ordina come se non ci fosse un domani un cocktail da 10 euro + dolcetti + sigarette + un altro cocktail.
Il piangiamo miseria a momenti alterni ti fa sentire in colpa quando gli parli delle tue vacanze, dicendo che lui le vacanze non se le può permettere e che per tutta l’estate si è dovuto accontentare di vedere Linea Blu sul suo nuovo televisore a schermo piatto a cristalli liquidi high definition.
Di 75 pollici.

4) IL NORMALE CHE VUOL FAR CREDERE DI ESSERE RICCO:

Frase tipo:
“Che fastidio quando indossi un vestito con il cartellino!”

Questa è la categoria più abietta.
Il normale che vuol far credere di essere ricco cerca di fare le cose che fanno i ricchi, ma dal momento che non è un vero ricco i suoi saranno sempre dei tentativi abortiti. Organizza compleanni in locali lussuosi facendo pagare agli invitati tutto, dal parcheggio alla consumazione, al tavolo.
Invita gli amici ad aperitivi in posti in non facendo scegliere a questi cosa ordinare.
Sceglie le proprie amicizie in base al 740, si iscrive a equitazione per abbordare persone à la page, ma non potendo permettersi questa attività la abbandona dopo 2 mesi.
Il normale che vuole far credere di essere ricco si comporta così perché spera di attuare un salto sociale ed entrare nell’ambiente dei veri ricchi.
Non ha capito che i veri ricchi sanno riconoscere benissimo la sua categoria, la temono e se ne difendono, quindi  il normale che vuol far credere di essere ricco finirà, nel migliore dei casi, col circondarsi di persone sue simili con le quali organizzare gite presso l’outlet più vicino per imbucarsi a una festa in posto chic dove nessuno li cagherà.
Sono andata ad una festa di laurea di un individuo del genere in un ristorante famosissimo.
Ho dovuto pagare il mio drink.

5) IL NORMALE CHE FA COSE NORMALI E TI DISPREZZA SE TU NON FAI ALTRETTANTO:

Frase tipo:
“Perché andare al cinema se tra qualche anno lo trasmetteranno in tv?”

Il normale che fa cose normali e ti disprezza se tu non fai altrettanto è una categoria complessa e molto difficile da riconoscere.
Non piangono miseria, né si atteggiano a ricchi sfondati.
Queste persone svolgono un’esistenza nella norma.
Il problema è che questa norma non prevede alcuna eccezione.
Hanno un lavoro, una famiglia, al massimo un hobby. Fine.
Non hanno interessi forti.
Non amano viaggiare, perciò non viaggiano.
Non amano il cinema, perciò non ci vanno.
Non amano l’arte, perciò non vanno nei musei né al teatro.
Non amano sperimentare, perciò non vanno a cena in posti alternativi.
Più che normali sono noiosi.
La cosa divertente è che giustificano questa loro piattezza dicendo di essere gente semplice, che fa cose semplici, dai valori semplici, senza particolari necessità.
I soldi servono per fare altro, mica per divertirsi.
Quindi, se per caso tu hai lavorato un anno intero e ti sei fatto un culo quadrato per andare con tua moglie in vacanza a Barcellona perché amate viaggiare e non volete rinunciare a questa passione, anche se avrete speso 500 euro in due, sappiate che i normali che fanno cose normali e ti disprezzano se tu non fai altrettanto ti guarderanno con rimprovero pensando ai tuoi poveri figli che non potranno andare all’università per colpa di due genitori egoisti e sconsiderati che fanno cose sofisticate.
Per loro i soldi sono un tappeto sotto al quale nascondere la polvere della loro piattezza.

AGGIUNTO PER VOI DOPO SEGNALAZIONE:
6) IL CAFONE ARRICCHITO

Frase tipo:
“Bella Roma, ci stanno un sacco di negozi e di vip”

Quella del cafone arricchito è una tipologia molto diffusa.
Ne fanno parte quelle persone che godono di un’ottima condizione economica, ma di una pessima condizione culturale.
E quando dico pessima condizione culturale, intendo disastrosa:
non sanno parlare correttamente italiano, non conoscono l’abc della storia della loro città, non hanno mai letto nulla che non sia un libretto di assegni e ovviamente non hanno mai messo piede in un museo se non costretti da poteri più forti.
Però vanno al cinema.
A vedere film di merda.
Tipo fuga di cervelli.
Dicendo che sono dei filmoni.
I cafoni arricchiti quando sono in viaggio passano il 90% del loro tempo a fare shopping in negozi che esistono ovunque e il restante 10% a fare foto a cibi che si possono mangiare in ogni paese.
Si sono arricchiti o ereditando attività commerciali dai propri bisnonni o tramite lo svolgimento di faccende illecite, cose che fruttano moltissimo, per cui non si sentono minimamente in dovere di cambiare qualcosa nella loro persona dal momento che gli è sempre andata alla grande.
Preferiscono circondarsi di amici cafoni ma  NON arricchiti, in modo che i nostri eroi possano ricevere da questi ammirazione incondizionata in ogni momento.
Ovviamente denigrano crudelmente chiunque svolga lavori o compiti che coinvolgano la sfera cerebrale, che prevedano il ragionamento o semplicemente una laurea, insistendo sul fatto che non guadagnano quanto loro.
Vogliono dimostrare costantemente quanto siano persone pratiche che vanno subito al sodo senza tanti fronzoli.
Cosa che andrebbe anche bene.
Se sono non fosse infarcita da così tanta arroganza e cafonaggine.
Per loro i soldi sono tutto, non leggono i giornali, non si informano sulla politica e la cultura è solo una perdita di tempo, però sanno tutto in materia di calciomercato.
Il bello è che continuando ad avere un sacco di soldi per poter fare ciò che vogliono si sentiranno sempre dei vincenti.
Il pericolo è che anche gli altri col tempo se ne convincano.

Fine.

E’ chiaro che le parole ricco, normale ecc.. sono state utilizzate per semplificare il discorso.
E’ chiaro che alcune situazioni sono state descritte in modo iperbolico ed è chiaro anche che esistono altre categorie, ma per fortuna non così fastidiose come quelle che mi sono limitata a riportare.
L’importante, per quanto mi riguarda, è vivere la propria condizione con dignità, qualunque essa sia, e  se non si è felici cercare di migliorarla onestamente e serenamente.

Ps: come sempre, se volete, potete aggiungere le categorie che ho omesso….ma solo e solo se…sono abbastanza irritanti!

Ciao!   :)

40 pensieri su “Le 5 peggiori persone con cui avere a che fare in materia di SOLDI

  1. senti io conosco gente che rientra in una categoria specifica.

    Ricchi, semi-menefreghisti, piangimiseria davanti a gente “normale” poi però non spendo soldi nelle cose necessarie ma in puttanante!

  2. Io a lavoro incontro spesso tutte le categorie, anche se ogni tanto spunta fuori il riccone che ti guarda con disprezzo perché tu non sei altrettanto ricco come lui e quindi non sei assolutamente degno nemmeno di un suo sguardo.

    Ho notato che camminano tutti belli dritti, quasi sulla punta dei piedi, come le ballerine di danza classica. Mi verrebbe da dire perchè hanno infilata una scopa nel culo ma dovrebbe essere almeno d’oro massiccio altrimenti una in oro normale è da pezzenti :D

  3. Posso dire con orgoglio di appartenere alla categoria cinque (se sostituiamo il disprezzo con l’indifferenza).
    Lavoro nel campo dell’architettura d’interni e l’azienda in cui lavoro, tra le altre cose, è fornitore unico per tutti i negozi nel mondo di Etro e Roberto Cavalli (facciamo proprio i negozi, arredi compresi).
    Per lavoro, quindi, incontro tutte le categorie menzionate, più uno sterminio di altre. Dall’esperto d’arte che non distingue un cartello del WC da un quadro fino al russoriccodafareschifo che compra 20 poltrone da 12000 euro l’una per il soggiorno della villa di Portocervo in cui vive tre giorni l’anno…
    Un giorno o l’altro dovró farne un post :)

  4. Ahaha Come al solito i tuoi articoli sono deliziosi e mi strappano sempre un sorriso. Io appartengo al “Piangiamo miseria a momenti alterni”, e la spiegazione è che passo da momenti di piena coscienza in cui capisco che devo stare attenta a usare il bancomat se non voglio trovarmi, volgarmente, con le pezze ar culo, ad altri in cui le mie mani bucate prendono il controllo sul cervello. Poi, ovviamente, mi viene il panico e torno per i giorni successivi in modalità risparmio superpower. Comunque, ho avuto in passato il dispiacere di uscire con un #wannaberich&famous. Non usava il portafoglio perché preferiva il fermasoldi con le sue iniziali in oro e dentro ci metteva sempre qualcosa come 400€ a prescindere che stesse andando a farsi l’aperitivo da 5€ sotto casa. Sai com’ é, così quando pagava tutti dovevano vedere che aveva i soldi. Ogni volta che si usciva in compagnia a cena ordinava antipasto, primo, 2 secondi (“Sai, un solo filetto non mi sazia” cit) e 4 giri di amaro per tutti e poi, ovviamente, si faceva alla romana. Ah, ma adesso viene il meglio: per Natale desiderava ardentemente…UN LINGOTTO D’ORO. Tutto vero.

    • Troppo gentile come sempre! <3
      In effetti anche io a volte prendo qualcosa in prestito da questa categoria….solo che cerco di lamentarmi il meno possibile nei periodi in cui sono al verde (cioè, mi lamento solo con pochissime persone).
      Da quanto leggo hai frequentato un Chuck Bass delle palazzine…cazzo se quel telefilm ne ha rovinati di cervelli!
      Ad ogni modo……Un lingotto d'oro????
      E comprato da chi poi? ahahahah!!

      Ciao! :)

      • Ahaha Il Chuck Bass delle palazzine! Quanto ci hai preso! Comunque, primo appuntamento: c’incontriamo a Milano, è quasi Natale, passeggiamo nella Galleria Vittorio Emanuele II e lui si ferma davanti alla vetrina di un negozio (OVVIAMENTE COSTOSISSIMO), indica il lingotto, e guardandomi con occhi languidi mi dice: “Ecco cosa vorrei per Natale”. Quindi deduco che il poveretto pensava che avrei venduto un rene per amor suo. Avevo pensato di regalargliene uno finto in plastica, poi ho avuto pietà del suo sense of humour e non gli ho regalato nulla.

  5. Un amico d’infanzia a tempi alterni apparteneva alla categoria 4. Ricordo la volta che entrando al bar del paese disse ‘Capo, Caipirinha per tutti!!’ ed io ‘Ohh Boss, ma hai vinto al totocalcio?’ ‘No, no, ognuno paga il suo!’ . Con gli individui della categoria 4 ci si diverte sempre!
    bravo, bella classifica.

  6. Non so se l’hanno già detto, ma hai scordato Lo zingaro arricchito! grande ironica hai risollevato un po la mia giornata (di merda).

  7. Se io avessi i soldi, sarei decisamente una ricca tirchia in perenne conflitto interiore perché vorrei anche scialacquarli tutti in dissolutezze (e per dissolutezze intendo, fondamentalmente, tavolette di cioccolata e blu-ray).

    (la categoria “piangiamo miseria a momenti alterni” mi ha fatto troppo ridere)

  8. In primis devo dirti che sono onorata delle tua visita sul mio piccolino e un po’ maltenuto blog ;) e poi assolutamente scriverti che trovo davvero molto interessanti i tuoi articoli! Detto questo devo optare assolutamente per il numero 2° !! Conosco (ahimè) tanta gente così ;) !! A Presto!!

    • Ciao!
      Ma grazie a te per i complimenti e per aver ricambiato la visita! :D
      La categoria 2 è pericolosissima…ricordo ancora una serata in un ristorante passata tutto il tempo con l’ansia del conto.
      Sembrava un posto normale da fuori, a saperlo che era tra slow food e nouvelle cuisine ….!
      Meno male che poi ognuno pagò il suo (anche se in realtà fu comunque un conto salato)…da quel momento o si declinano gli inviti, o propongo io!

      A presto!!

      • Aahaha eh sii ti capisco!! Anche se a volte basta solo essere informati meglio prima ;) così si può scegliere meglio in base ai gusti e al portafoglio!!

  9. pagina divertente e descrizioni molto esaustive!

    ma credo che manchi, a mio parere, la categoria peggiore di tutte:

    IL FINTO POVERO, il parla bene razzola male, il re dell’ipocrisia, la zecca con i soldi, l’oppsto della 4, amico della 5 e parente della 1.

    Frequenta posti per pulciosi e si concia male per sentirsi accettato, invece di lavorare generalmente “studia” architettura o disegno ma poi lo trovi al parco a farsi le canne (che pagano i genitori).

    Il perdigiorno ama vantarsi del suo saper fare, incantare qualche fessacchiotto con racconti spesso inventati o ben colorati che esaltano il suo “vissuto di strada” e pensa di poter insegnare agli altri quello che non sa.

    Odia i figli di papà ma a in camera sua ha un pc superfico, un mega impianto stereo e un letto a 2 piazze.

    Purtroppo proprio come accade nella 4, anche i poveri sanno riconoscere i loro simili ma in questo caso il FP presto sgamati non viene emarginato ma ovviamente sfruttato come il pollo che è.

    Si può pensare che questa categoria appartenga ad una fascia di età che non superi i 25 anni, ma aimè, la realtà è diversa, questi col passare del tempo si trasforma da zecchetta salterina alla peggiore specie esistente: IL RADICAL CHIC!

  10. Allora, una delle categorie più fastidiose sono quelle dei benestanti che si lamentano con le persone evidentemente più povere perché “le tasse da pagare sono tante e lo stato ci spreme”. In genere sono commercianti, e come tutti i commercianti vendono merce a prezzi continuamente adeguati al rialzo e se e quando ti fanno un piccolo sconto (non richiesto peraltro) sembra che tu debba loro riconoscenza infinita. Ovviamente hanno sempre la macchina nuova e multi proprietà immobiliari. C’è tra loro chi dice che “pagati i dipendenti e le tasse vivo con poco”, ma poi fanno le vacanze oltreoceano e cenano fuori ogni sera. A Napoli li chiamerebbero “chiagne e fotti”?

    Di certo un’altra categoria fastidiosa è quella di chi gode di una posizione socio economo più che buona ma esclusivamente per merito dei suoi predecessori (genitori, nonni, eccetera). Non ci sarebbe niente di male ad ereditare beni e attività se non fosse che questa gente spesso si arroga il diritto di spiegare a persone meno fortunate di loro che devono fare lavori umili se non vogliono finire sotto un ponte, che nella vita va bene qualsiasi lavoro e non si debbono avere pretese, eccetera. Insomma, non consci della loro incapacità e del non merito nell’avere ciò che hanno, fanno la morale agli altri tanto (a loro) non costa nulla. Di certo consigliano quello che loro stessi per primi non farebbero mai.

    Infine mi sento di suggerire i ricchi veri o presunti che stanno su Instagram. Pensano che il loro livello di popolarità e di spessore sia direttamente proporzionale alla superficiale esibizione della propria ricchezza o della propria “bella vita”. Una foto ad un piatto raffinato che faranno finire nella pattumiera, piuttosto che vacanze di lusso con hashtag obbligatori con nomi di mete o locali esclusivi. Questo genere di persone è aumentato a dismisura con la diffusione dei social network usate oramai come vetrina per ostentare senza comunicare con gli altri, parlare senza ascoltare. Nel caso di buona parte degli utenti Instagram esiste sia la fascia dei veri ricchi (anche “cafoni arricchiti”) che quella di coloro che fingono di esserlo. Il loro obbiettivo è avere più followers che following, insomma più fan che altri utenti di cui essere a loro volta fan, indice della loro convinzione. Non fotograferebbero un momento di noia di tristezza (con buona pace della teoria di Schopenauer) neanche se questo potesse renderli ancora più popolari di quanto non lo siano già, perché va bene tutto, ma “il vero ricco non piange mai”.

  11. Scusate la lunghezza, però volevo dire la mia :) Allora:

    Io vengo da condizioni economiche parecchio disagiate, nel senso che già a 15 anni giravo con vestiti smessi e con le scarpe bucate. In particolare quest’ultimo caso per me era ogni volta l’incubo e la frustrazione quando la mattina mi svegliavo e PIOVEVA: perché se accadeva sapevo che dovevo passare il resto della mattinata in una classe fredda con le scarpe e le calze zuppe facendo finta che la cosa non mi pesasse (la cosa curiosa? Chissà perché all’epoca pensavo che fosse una cosa ovvia e comune a tutti il problema per il quale se piove la gente si inzuppa completamente i piedi… pensieri di un ragazzino ingenuo :) ). E poi tornare a casa e cercare di far asciguare le scarpe in modo che non puzzassero di cadavere (vi lascio immaginare le calze, smesse da altri anche quelle).
    O addirittura per 1 anno intero me la sono dovuta cavare coi 10 messaggi gratis giornalieri da computer su vodafone.it per tentare di non pesare sul bilancio casalingo dei miei (sì, anche per una merdosa ricarica da 10 euro mesili che non mi potevo permettere ;) )

    Finita questa introduzione, io volente o nolente sono stato quasi sempre circondato da amici dalla categoria 2. Non li odiavo, né li invidiavo granché perché io ho sempre odiato i soldi (ma proprio ODIATO) o comunque avuto indifferenza per essi (giuro che non riuscivano proprio a interessarmi), né questi amici mi hanno generalmente mai fatto pasare la mia condizione economica (anzi mi offrivano spesso e senza condizioni); però è vero che non ho mai ingoiato la frustrazione e il fastidio che avevano ogni-singola-volta nel FAR LETTERALMENTE FINTA che fossi ovviamente (per loro) al loro stesso livello economico sapendo benissimo ogni singola volta che non era così, tipo quando mi chiedevano dove andare a magiare quel sabato sera, o “perché non prendi l’aperitivo?”, o se volevo ordinare la pizza a casa loro, o quando mi forzavano ad entrare in un ristorante e io non potevo ordinare chiedendomi (fintamente stupiti) “non ordini? Perché? Ah, non hai soldi? Ma proprio niente niente? Cavolo” o se mi chiedevano di comprare le sigarette venendo da loro che poi mi tornavano i soldi e poi si incazzavano se io non avevo neanche quei tre euro (ed era vero). Uno o due di loro, sotto sotto (e uno l’ha anche ammesso), godevano molto e si sentivano bene nel paragonarsi a me e vedere che loro, qualsiasi cosa, erano a posto; e che se volevano, potevano spendere 30 euro per il ristorante (io dovevo aspettare che finissero di mangiare e poi vedermi con loro) o 70 euro con nonchalance perché quel bracciale sarebbe sicuramente piaciuto alla ragazza. O non aver alcun tipo di dramma o pensiero se quel giorno volevano mangiare fuori. Ricordo a proposito che un mio caro amico una volta mi disse un po’ affranto: “eh, tra benzina e sigarette e altro, guarda che io con 200 euro al mese me la cavo a malapena eh!” (quando una volta lo dissi a mia madre, lei stupita sgranò gli occhi e disse che con 200 euro ci avrebbe pagato le bollette, altro che paghetta!)

    Non mi sono mai interessato ad avere soldi, né mi sono mai piaciuti: ciò che però ho sempre odiato è stato questo uso sociale che tutta sta gente ne ha sempre fatto. In questo senso ho odiato anche la categoria 4, di cui sono stato circondato a scuola: gente normale che faceva finta di essere ricca in ambienti sociali normali (diciamo pure anche proletari) che tu eri costretto a frequentare ma che comunque erano più ricchi di te e quindi, in senso relativo, “i ricchi”. In quella pozzangera sociale, i ricchi erano loro. Ricchi come? La ricchezza dei poveri, cioè l’ostentazione. Tradotto: abiti firmati e motorino (a me di motori e abiti tamarri non me ne è mai fregato nulla, però l’odio sociale per il povero, e per il povero tra i poveri, lo avvertivo tutto eh!).

    In conclusione, è stato molto molto molto duro e snervante per la pressione sociale che ti riservavano questi categoria 2 (i menefreghisti) e categoria 4 (gli “splendidi”) :) se mai soldi a sufficienza, spero proprio di non diventare un categoria 5 visto che ormai fare economia mi è entrato nelle carni, e appena ho un po’ di soldi sento ancora le budella torcersi quando un amico mi chiede “ti va un caffé?” :D

    P.S. un dramma che ricordo era quando si andava a mangiare fuori, sia quando facevi sapere ai tuoi amici i soldi ridotti che avevi quella sera (generando la loro frustrazione e riprovazione nei tuoi confronti per non poter andare al ristorante come gli sarebbe piaciuto), sia in particolare quando tu esaminavi attentamente il conto per far quadrare quei 4-5 euro (massimo 10) e trovare la cosa più “sfamante” a prezzo contenuto e poi avvenivano due eventi temutissimi e orribili:
    – non avevi considerato l’euro di coperto da pagare (dramma!!);
    – imponevano di fare alla romana (lì eri fottuto: dovevi fare la figuraccia del povero senza soldi l’ennesima fott*ta volta);

    P.P.S se tutti quelli descritti vi sembrano i drammi di un ragazzino viziato e borghese, provate a spiegare tutte queste belle cosine a un adolescente senza carattere forte, con la famiglia oberata dalla/e malattia/e e dai debiti e ostracizzato socialmente. Vediamo se così non lo fate soffrire ancora di più o se non vi manda direttamente a fanc**o ;)

    Spero di non aver deviato dal discorso principale con questa lunga risposta. Grazie per la lettura e il bel post :)

  12. Ciao Lorenzo, il tuo post mi sembra tutto fuorché fuori luogo. In fondo è di questo che si sta parlando: di ricchezza e rapporto coi soldi. Io fossi stato al posto tuo non avrei mai accettato l’umiliazione di frequentare persone molto più benestanti di te che, conscie della tua situazione economica, non si facevano scrupolo a chiederti di anticipargli i soldi per comprar loro delle inutilissime sigarette o di invitarti in locali che sapevano non essere alla portata delle tue tasche per poi addirittura arrivare al furto dei tuoi soldi chiedendoti di dividere in parti uguali un conto fatto di pietanze che se non erano state uguali per tutti forse è proprio perché tu appunto avevi ordinato solo ciò che sapevi avresti potuto pagare. Gente così, che addirittura ha i soldi ma poi scrocca sugli amici poveri forse rappresenta la peggiore delle categorie possibili. Gente senza alcuna sensibilità e che forse, devi pensare, è stata educata dai propri genitori in questo modo perché è proprio così che loro sono riusciti ad accumulare ed arrivare ad un livello economico superiore, semplicemente parassitizzando il prossimo a tradimento. Non voglio farti la morale (lungi da me!) ma quando si presentavano certe situazioni che a te non stavano bene avresti dovuto far presente il tuo punto di vista senza imbarazzi o paura di essere giudicato o emarginato, perché se comunque perdi questo genere di “amicizie” hai solo da guadagnarne e il vecchio detto meglio soli (almeno in attesa di ricostruirsi amicizie migliori per il proprio modo di pensare) che male accompagnati è sempre valido. In genere è sempre meglio frequentare persone del proprio livello economico: può sembrare limitativo e frustrante ma alla fine capisci che solo chi sta sulla tua stessa “barca” può comprendere la tua situazione. Una persona benestante avrà sempre quell’atteggiamento di commiserazione e finta benevolenza che ti ricorderà sempre la tua povertà e mai quello che hai da offrire come persona umana. Starà sempre a valutarti per la tua capacità di spesa e per il tuo avere e mai per il tuo essere, se non per in quei pochi momenti in cui può trarne vantaggi. I veri amici non scelgono il locale al posto tuo, sapendo che non potrai permettertelo, a meno che non si offrano di pagare per la

  13. Ciao Lorenzo, il tuo post mi sembra tutto fuorché fuori luogo. In fondo è di questo che si sta parlando: di ricchezza e rapporto coi soldi. Io fossi stato al posto tuo non avrei mai accettato l’umiliazione di frequentare persone molto più benestanti di te che, conscie della tua situazione economica, non si facevano scrupolo a chiederti di anticipargli i soldi per comprar loro delle inutilissime sigarette o di invitarti in locali che sapevano non essere alla portata delle tue tasche per poi addirittura arrivare al furto dei tuoi soldi chiedendoti di dividere in parti uguali un conto fatto di pietanze che se non erano state uguali per tutti forse è proprio perché tu appunto avevi ordinato solo ciò che sapevi avresti potuto pagare. Gente così, che addirittura ha i soldi ma poi scrocca sugli amici poveri forse rappresenta la peggiore delle categorie possibili. Gente senza alcuna sensibilità e che forse, devi pensare, è stata educata dai propri genitori in questo modo perché è proprio così che loro sono riusciti ad accumulare ed arrivare ad un livello economico superiore, semplicemente parassitizzando il prossimo a tradimento. Non voglio farti la morale (lungi da me!) ma quando si presentavano certe situazioni che a te non stavano bene avresti dovuto far presente il tuo punto di vista senza imbarazzi o paura di essere giudicato o emarginato, perché se comunque perdi questo genere di “amicizie” hai solo da guadagnarne e il vecchio detto meglio soli (almeno in attesa di ricostruirsi amicizie migliori per il proprio modo di pensare) che male accompagnati è sempre valido. In genere è sempre meglio frequentare persone del proprio livello economico: può sembrare limitativo e frustrante ma alla fine capisci che solo chi sta sulla tua stessa “barca” può comprendere la tua situazione. Una persona benestante avrà sempre quell’atteggiamento di commiserazione e finta benevolenza che ti ricorderà sempre la tua povertà e mai quello che hai da offrire come persona umana. Starà sempre a valutarti per la tua capacità di spesa e per il tuo avere e mai per il tuo essere, se non per in quei pochi momenti in cui può trarne vantaggi. I veri amici non scelgono il locale al posto tuo, sapendo che non potrai permettertelo, a meno che non si offrano di pagare per te senza però rinfacciartelo, pretendere che poi tu glie li restituisca (poiché era una esigenza che nasceva da loro e non da te!) o diffondere in giro la voce. In discrezione pagherebbero per te senza farti sentire un poveraccio, e altrimenti pur di poter godere della tua compagnia passerebbero la serata in maniera differente e meno esclusiva, perché quello che contano sono le persone con cui si sta e non il luogo in cui si sta andando. Almeno io la penso così e infatti dalle persone della categoria che descrivevi tu mi sono sempre tenuto alla larga perché avrei sempre avuto tutto da perdere specie in termini di amor proprio. Non serve poi che ti giustifichi premettendo che non sei una persona invidiosa: stai solo riportando la tua esperienza che è comune a quella di molti e spesso dietro a chi critica di invidia la persona più povera si nasconde la propria debolezza e inconsistenza perché sa che come è vero che non c’è niente di male ad un certo livello di benessere purché conquistato senza nuocere al prossimo, è vero anche che bisogna imparare a condividere un minimo della propria fortuna con chi sta peggio e soprattutto a non ostentare troppo ed offendere in certi contesti. Se tu guidi una macchina di lusso in un luogo dove la gente fa la fame e non lasci neanche la mancia al cameriere del ristorante, non puoi meravigliarti se qualcuno ti guarda storto. Non sono gli altri invidiosi, sei tu che sei stronzo.

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